Quando presti la tua opera in un servizio così avvolgente, come quello dei CAS (Centri d'accoglienza straordinari) non sai mai dove ti porteranno gli eventi. Per quanta professionalità cerchi di usare trovi sempre difficoltà a capire dove iniziano e dove finiscono i confini: la giusta distanza tra operatore/educatore e beneficiario, la distanza tra chi è sempre al fianco di qualcuno e chi decide le regole per tutti, ma soprattutto si fa tanta fatica a capire come viene percepita, da quei qualcuno, la distanza dai propri cari. Cosa vuol dire abbandonare i propri affetti? Cosa significa scappare da un contesto di privazione? Chi mi dice cosa è giusto e cosa è sbagliato? Quanti chilometri ci sono da qui a là? Quanto tempo è passato da quando sono partito? Ma soprattutto: sono arrivato?
Le vite nostre e le vite loro non si fondono, ma si confondono; a volte poi si perdono, talvolta si ritrovano, spesso si incontrano e basta solo un attimo per riavvolgere il filo dell'esistente.
Karamo è stato uno di quei Qualcuno, lo abbiamo accolto nel lontano 2015, quando è arrivato a Pisa dopo il lungo viaggio partito dalla sua Guinea Bissau, attraversato il Sahara, patito le pene dell' inferno in Libia e dato del Tu alla Morte in mezzo al Mediterraneo. È stato insieme a noi fino al 2021, inseguendo il sogno di veder tramutare la propria sofferenza esistenziale in un pezzo di plastica chiamato permesso di soggiorno elettronico. Poi il periodo nel PNA/SPRAR/SIPROIMI/SAI (se volete aggiungere un altro nome a piacere, fate pure!).
Poi finalmente l'approdo alla vita reale. Il lavoro come categoria protetta. Le difficoltà della vita di tutti i giorni, le bollette, l'affitto. E la famiglia lontana, ma non per sempre.
Karamo, il gigante buono col cuore fragile. Il cuore di Karamo era malato, tutti ci ricordiamo quante volte siamo stati al suo fianco nel suo percorso terapeutico e quante volte gli abbiamo detto, tradotto, spiegato quale fosse la buona condotta da adottare. Karamo sapeva, il suo cuore sapeva, ma alla fine lo ha tradito.
In questi giorni non abbiamo fatto che pensare a quanto sia triste spegnersi in solitudine, lontano dai propri affetti. Chissà cosa ha pensato in quell'ultimo istante...
La famiglia esprime la volontà di avere vicino a sé Karamo, per sempre questa volta. Per sempre.
I suoi amici si sono riuniti, ci hanno dato il triste annuncio, stanno organizzando quel che c'è da fare. Ci tengono sempre aggiornati. Sono in costante contatto con la famiglia.
È possibile dare un contributo affinché si possa far fronte all'ingente somma richiesta nel caso di rimpatrio della salma.
È possibile farlo, recandosi presso il negozio di Dawda, uno dei suoi migliori amici. Il negozio si chiama Somitalia, vende generi alimentari cosiddetti etnici, e si trova a Pontedera in via Dante Alighieri, 89. È possibile contattare Dawda al suo numero di telefono +39 366 546 0615.
Se qualcuno preferisse, sono disponibile a raccogliere eventuali contributi e poi portarli a Dawda e al gruppo di amici. Basterà chiamarmi o scrivermi al numero 3929810536 oppure via mail a s.centola@arnera.net
Che la terra ti sia lieve, Karamo
Simone Centola